The Grid: addio alla giustificazione?

Se succede una volta è un caso, due è una coincidenza, da tre in poi si tratta di una tendenza… e se non si può fare a meno di notarlo ad ogni angolo, è ora di qualcosa di nuovo. Sto parlando dell’addio al testo giustificato che molti grafici hanno deciso di dare in questo 2015, a favore di allineamenti più creativi o, più propriamente, “spettinati“. Dalla copertina del ridisegnato Dazed and Confused, alle pagine di People of Print, in pochi hanno rinunciato a questo vezzo grafico.

Vi ricordate la celebre rubrica di Wired USA in cui oggetti e idee vengono classificate secondo le categorie Wired/Tired/Expired? Ecco, qui siamo decisamente in zona tired.

Nelle foto, anche pagine dalle riviste Intern, The Recorder e Printed Pages.

Prismatic chiude, che conseguenze per l’editoria digitale?

MGZN

Cos’è una rivista digitale? La risposta è complessa, profonda, specialmente se si vive questo mondo da dentro da tanti anni. Se chiedessimo a 100 persone, probabilmente avremmo 100 risposte. Non è questo il momento di analizzarle a fondo, ma se il sottoscritto avesse dovuto rispondere qual è la sua “rivista digitale preferita” avrebbe dato una risposta forse poco prevedibile, indicando Prismatic, aggregatore di notizie più geniale e rivoluzionario che sia mai stato (finora) inventato. Prismatic è da 4 anni il nostro giornale, la nostra rivista, la nostra fonte di aggregazione di notizie, e la sua forza è sempre stata quella che qualsiasi editore vorrebbe creare e qualsiasi lettore sogna: una rivista che contiene solo le informazioni che si desidera leggere.

Alla base della genialità di Prismatic c’è stata un’intuizione e una tecnologia, quella di applicare l’intelligenza artificiale per comprendere in modo naturale quali sono gli interessi del lettore, senza avere bisogno che il lettore faccia nulla se non… leggere. Già dopo un paio di giorni – e una prima e banale scrematura all’iscrizione delle informazioni/argomenti preferiti – la “mente” di Prismatic capisce cosa preferiamo, cosa davvero ci interessa e gradualmente si adatta, ampliando le sezioni per noi primarie e via via omettendo quelle che dimostriamo di non gradire… semplicemente lo capisce da un “Like” o un “dislike”, ma dal fatto che leggiamo un contenuto e non facciamo lo stesso su altri.

Wired: La nuova via dell’editoria passa dall’Italia

Lo avevano detto, quando è stata interrotta la pubblicazione mensile dell’edizione cartacea (e digitale) di Wired Italia: torneremo sulla carta, ma con un approccio diverso e una periodicità diversa. Lo hanno fatto circa sei mesi dopo e hanno seguito un percorso che noi – sul nostro sito “parallelo” a questo, Jumper – avevamo ipotizzato e predetto. Dal 4 dicembre è in edicola la nuova versione “a periodicità casuale” di Wired Italia, che usando le parole del direttore Federico Ferrazza:

Il risultato è un prodotto che rompe gli schemi del passato. Che non solo racconta l’innovazione ma ambisce a essere innovativo; che nel format non sarà mai uguale al numero precedente; che è contemporaneo anche se analogico; che non ha intenzione di inseguire i tempi, i linguaggi e la quantità delle informazioni online ma che, anzi, completa l’offerta di Wired fatta di digitale ed eventi”

Nuovo, vecchio IL

IL 76

Checché ne dica Francesco Franchi nella sua rubrica YODO, you don’t only design once. Anzi, di redesign se ne fanno spesso, alcuni sottovoce, altri con un po’ più di rumore ed altrettante aspettative: “è cambiata una sola cosa: tutto“, si leggeva l’8 Novembre sull’account ufficiale di IL su Twitter, citando il già epico motto di lancio dell’iPhone 6s.

Quando poi il fatidico 20 Novembre arriva e, come al solito, ti fiondi in edicola a comprare un quotidiano (che sistematicamente getterai), al solo scopo di avere tra le mani il nuovo numero dell’allegato mensile… ecco che tutte quelle attese dovranno trovare (o meno) soddisfazione.

Lady Gaga & Weber per Rolling Stone (IT):è storia o solo apparenze?

Rolling Stone

Sembra una notizia di un’altra Era: Bruce Weber firma con un ritratto di Lady Gaga la copertina e l’articolo principale di Rolling Stone del mese di novembre. Ah… scusate, stiamo parlando di RS Italia… e questo è ancora più bizzarro, ma proprio per questo meritevole di attenzione. Ed è, specialmente quello di copertina, uno scatto che va a caccia di una referenzialità storica che non sappiamo se sincera o costruita.

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