A volte è affascinante perdersi in un Paese di cui si comprendono a malapena alcuni frammenti della lingua, e lasciar correre l’immaginazione di fronte alle cose che ci passano davanti.
Parigi, ad esempio, è costellata di Kiosque De Presse, edicole accoglienti, spesso numerose all’interno di una sola grande piazza, come Place de la Bastille, dove se ne avvicendano almeno tre, a poca distanza l’una dall’altra, sul lato Est. L’edicolante saluta, mentre scandaglio metodicamente le tante mensole (alcune fisicamente irraggiungibili) piene di riviste che spaziano dalla moda al giardinaggio, passando per il cinema. Ci sono copertine che catturano la mia attenzione ripetutamente, andando di edicola in edicola.
Una è quella di Society, quindicinale di attualità “libero e indipendente”, la cui testata graziata e importante troneggia sempre in bella vista. Esplorando un po’ di più tra gli scaffali, si scopre che periodicamente pubblicano anche delle monografie ed è proprio quella sul crimine, appena giunta al suo terzo volume, ad attirarmi. Non è un libro, ma è qualcosa di più di una rivista, e l’illustrazione monocromatica, insieme con la tipografia da comic book, si fa notare ripetutamente.
Il tema più diffuso tra le testate, tanto quanto la moda, è probabilmente il cinema, erede di una grande storia francese nel settore in cui brillano ancora i Cahiérs Du Cinema: ne recupero qualche numero risalente agli anni Novanta dopo una passeggiata tra i bouquinistes sulla Senna e i negozi di libri usati di Boulevard Saint-Michel dove, tra romanzi rosa e bestseller datati, ho anche modo di sfogliare una splendida collezione di National Geographic che spazia dagli anni Ottanta ai Duemila (di cui non manco di prendere un paio di esemplari). Tra le riviste contemporanee sul tema c’è La Septième Obsession, il bimestrale intitolato proprio alla settima arte: la copertina – nello specifico una foto di scena di Once Upon a Time in Hollywood di Tarantino – ha la capacità di invitare al suo interno il lettore, fondendosi abilmente con la tipografia del titolo principale, e sono le scelte dei caratteri a dare grande personalità agli articoli all’interno, con aperture che sanno di locandina.
Sugli scaffali è accompagnata da una pubblicazione monografica – quello che i francesi chiamano hors-série, fuori serie – la cui prima edizione è dedicata a Dario Argento, 132 pagine sul cinema del magicien de la peur. Entrambe invitano ad un pensiero critico e fuori dagli schemi nei confronti del cinema contemporaneo e fanno della rivista cartacea un prezioso prodotto di qualità, a partire dal design, ma passando anche per le copertine “da toccare” (con finitura soft touch) e la carta all’interno, patinata, ma non cheap.
Ad arricchire ulteriormente il mio bottino francese sono poi due riviste di cui inizialmente fatico a capire il contenuto mentre le sfoglio in un negozio sugli Champs Elysées: L’ADN e Welcome to the Jungle.
La prima è grande, come grandi sono i titoli e gli spazi bianchi che abitano le pagine, pur dense di contenuti. Scopro che parla di innovazione, ma non lo fa con il linguaggio classico del giornale di investimenti o quello ammiccante della rivista di tecnologia. Icone, semplici infografiche, sommarietti riassuntivi e filetti organizzano il contenuto rendendolo accessibile e accattivante anche ai non esperti, mentre la quasi totale assenza di pagine pubblicitarie e i risguardi elegantemente lasciati in blu e a pochi accenti grafici ne fanno quasi un libro (del resto, costa 15 Euro).
La “mano” grafica di L’ADN, lo studio francese Violaine et Jérémy, è la stessa di Welcome to the Jungle, che invece esplora il mondo del lavoro in modo originale (è questa la “giungla” a cui fa riferimento la testata). Trimestrale, privo di pubblicità, alle sue spalle c’è però un’agenzia con la mission di rendere la ricerca online di un posto di lavoro più piacevole e flessibile, all’interno del mercato francese (potremmo quindi definirlo un brand magazine).
Entrambe con una forte presenza online, queste riviste rappresentano per me un buon equilibrio tra strategia digitale e prodotto di qualità cartaceo, da collezionare.