Post diGiovanna Sala

Detesta parlare di sé, preferisce scrivere di un sacco di cose. Ama Pinterest, la musica inglese, i libri senza figure, viaggiare e trovare risposte su Google. Ogni tanto insegna editoria digitale.

Kioskafé

Kioskafé

A Londra, a pochi passi dalla stazione di Paddington, ha aperto Kioskafé. Alle 8 di sabato mattina, quando Norfolk Place dorme ancora, probabilmente provato dalle bevute del venerdì sera, sono la sola cliente e le ragazze al timone del Kioskafé mi accolgono aiutandomi ad entrare con la mia pesante valigia (loro non lo sanno, ma per metà è piena di riviste).
Chiedo un cappuccino e scelgo un cardamom bun, che mi dicono essere appena arrivato insieme a quelli alla cannella. Mi chiedono se li ho già provati… No, first time here! E con calore mi dicono ‘They are delicious’ (e ora posso confermare che è proprio così).

The Gather Journal recipe app

Gather Journal

Quando l’avevo intervistata, ormai oltre un anno fa, Michele Outland me l’aveva detto: “stiamo lavorando ad un’app di ricette con Studio Mercury, ma non sostituiremo la nostra rivista cartacea con un Gather digitale”. E così è stato: al lancio della nuova Adobe Digital Publishing Suite (DPS 2015) non c’era un numero nuovo fiammante di Wired come nel 2010 e nemmeno l’evoluzione di Fast Company (che già da febbraio testa la nuova piattaforma), bensì una rivista indipendente dedicata al food: Gather Journal.

Bellissima nella sua edizione cartacea, molto curata nella fotografia, chi si stupisce della scelta di questa partnership, deve forse ripercorrere un po’ di storia del digital publishing per capirne le meccaniche: nel 2010, Michele Outland (creative director di Gather) era al lavoro sull’edizione digitale di Martha Stewart Living, a cui erano stati chiamati a collaborare anche i Brothers Mueller, di Studio Mercury. Ecco allora che i “conti” tornano e l’idea di scegliere questa rivista si fa più comprensibile per una Adobe che, in fatto di editoria digitale, non ha celato un certo disprezzo per pubblicazioni o team di piccole dimensioni.

Sirene: lasciatevi incantare

 

Sarà che il nostro Paese è circondato dal mare, sarà che in questo periodo dell’anno con la mente (se non fisicamente) si è più facilmente su una spiaggia che non in città a lavorare, ma in qualche modo dedicare la prima segnalazione di un prodotto italiano ad una rivista dedicata al mare sembra proprio la scelta ideale.

Si tratta di Sirene, realizzata a metà tra l’Italia e l’Inghilterra e con la complicità di una campagna di crowdfunding su Kickstarter: il suo motto è the ocean outside, the ocean inside – il mare fuori, il mare dentro – e che siate seri appassionati della vita di mare o romantici spettatori di questo genere di paesaggio, questa rivista potrà incantarvi come solo le sirene sanno fare. E’ un vero e proprio pezzo di mare: se la sfogliate, sotto le vostre dita sentirete la leggera porosità di una speciale carta di alghe riciclata – più che un vezzo, una parte integrante della sostenibilità del progetto – e a guardare certe fotografie, potreste quasi arrivare a pensare di sentire nelle vostre orecchie lo sciabordio delle onde.

Le pagine sono grandi, la tipografia di impatto, le foto di quelle che fanno sognare con i blu di profondità esotiche, come di luoghi più vicini di quanto potremmo pensare: dai Caraibi all’Asinara, da Nizza alla Patagonia, Sirene racconta i mari di ogni angolo del globo, con un linguaggio per tutti.

Ho trovato la mia copia qualche giorno fa alla libreria Hoepli di Milano, ma potete acquistare la vostra direttamente dal sito di Sirene.

Start

MGZN è nato in un periodo di grande splendore dell’editoria: non ci credete, vero? In giro si sente di parlare di “crisi”, di “licenziamenti”, di “chiusure”, ma se fate attenzione, è solo un certo tipo di mondo editoriale che sta crollando. Basta spostare il proprio raggio di visione di qualche grado per vedere come, invece, sia sbocciato un rigoglioso sottobosco di riviste indipendenti, estremamente curate sotto ogni punto di vista – grafico, fotografico, di stampa e contenuti – che rendono questo settore più vivace ed interessante che mai.

Guardandomi attorno – e riempiendo la libreria di nuove riviste ogni giorno – mi sono accorta che molto si dice e si fa online per le riviste cartacee di questo filone indipendente, ma non altrettanto per le riviste digitali: più difficili da scovare, più ostacolate da scelte e proposte tecnologiche non sempre adeguate e sostenibili da piccole realtà… non sarà semplice, ma uno degli obiettivi di MGZN è di parlare di editoria di tutti i tipi e di tutte le misure, prestando, però, una particolare attenzione ai prodotti digitali o italiani.

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