Checché ne dica Francesco Franchi nella sua rubrica YODO, you don’t only design once. Anzi, di redesign se ne fanno spesso, alcuni sottovoce, altri con un po’ più di rumore ed altrettante aspettative: “è cambiata una sola cosa: tutto“, si leggeva l’8 Novembre sull’account ufficiale di IL su Twitter, citando il già epico motto di lancio dell’iPhone 6s.
Quando poi il fatidico 20 Novembre arriva e, come al solito, ti fiondi in edicola a comprare un quotidiano (che sistematicamente getterai), al solo scopo di avere tra le mani il nuovo numero dell’allegato mensile… ecco che tutte quelle attese dovranno trovare (o meno) soddisfazione.
Per l’occasione, il mensile maschile de Il Sole 24 Ore decide di strafare, a partire dalle copertine: sono quattro, con altrettante illustrazioni a rappresentare l’America d’oggi. C’è Taylor Swift, Jennifer Lawrence, Hillary Clinton… ovviamente mi capita la quarta, quella con Donald Trump, ma non mi va di discutere con l’edicolante (sempre meglio evitare).
Di fianco all’editoriale, un trafiletto recita: “nuove sezioni, nuovi contenuti, nuovi layout grafici, nuovi font. Anche la qualità della carta e la grammatura della copertina sono nuove. […] Altre novità seguiranno“. E’ forse proprio questa la novità più tangibile, non solo letteralmente: IL, in mano, ha un “peso” diverso, un po’ come se avesse finalmente conquistato il suo status di rivista a tutti gli effetti.
Per quanto riguarda il tanto atteso nuovo layout grafico, nelle prime pagine non lo si coglie molto, complice la presenza di moduli e illustrazioni che a livello visuale rimangono coerenti con il passato (ad esempio la sezione Fogliettone). La sensazione è che, anziché uno stravolgimento totale, si sia scelta la strada di una pulizia e alleggerimento dei segni grafici: filetti meno netti, ma più sottili, titoli più piccoli, elementi grafici centellinati anziché a profusione.
La seconda parte sembra più nettamente rinnovata, con redazionali che lasciano ampio spazio alle immagini, impaginate con ampi ed armoniosi spazi bianchi, e mentre l’inserto IL x Eniday sarebbe degno della rivista Makeshift (tra le mie preferite), si arriva fino alla sezione finale, Explicit, dove tutti gli eccessi del passato sembrano sublimarsi in un layout fatto solo di poche linee e colori. Visto quello a cui ci ha abituato IL in passato, però, non ci è dato sapere se il prossimo numero stravolgerà quanto questo ha definito…